DALLA ECE 22-05 ALLA ECE 22-06, COSA CAMBIA
La precedente ECE 22-05, individuava in totale cinque punti di impatto dell’incudine sul casco. Per capire meglio, l'incudine veniva fatta cadere sull'elmetto ad una determinata distanza, per impattare con quest'ultimo e verificarne i danni per concedere o meno l'omologazione. I cinque punti d'impatto possono così essere riassunti: fronte, sommità, retro, laterale e mentoniera. L'ECE 22-06 conferma i suddetti punti, ma ne va ad aggiungere altri, 4 o 6 a seconda del casco, così da implementare ed alzare il livello della sicurezza dei caschi da moto. I punti di impatto aggiunti, vanno ad effettuare dei test sulle linee mediane. A questi, si aggiunge un ulteriore punto a campione, diverso su ogni casco. Tutto da stabilire (bisognerebbe fare dei test comparativi N.d.R.), ma la ECE 22-06 dovrebbe addirittura superare le prove della fondazione americana Snell, ritenuta la più severa al mondo. Gli americani, infatti, considerano per i test dei punti casuali sulla sola linea mediana della calotta. La ECE 22-06, invece, ha aggiunto delle prove sui lati e sulla mentoniera. C'è poi altro da considerare. In caso di impatto, possono verificarsi tutta una serie di situazioni che, fino ad oggi con la ECE-05 non erano previste. La ECE 22-06 invece, va ad incrementare i controlli, cercando di fornire un quadro ancora più specifico, che ora andremo a vedere insieme.
L'IMPATTO A BASSA FREQUENZA, PUÒ FARE LA DIFFERENZA
TEST ROTAZIONALE
Oltre a quanto sopra descritto, c'è poi una importantissima novità, ovvero l'introduzione di un test che con la precedente ECE 22-05 non veniva effettuato: il test di accelerazione rotazionale. Trattasi dell’indice che misura il danno riportato dal pilota qualora il casco dovesse impattare su di una sporgenza lateralmente. Era un test che fino ad oggi non poteva essere effettuato per via di mancanza di tecnologia. Pensate che, per effettuare queste rilevazioni, i tecnici adoperano delle finte teste in magnesio dotate di grip. Questo va a simulare la pelle umana. Al resto, pensano ben nove accelerometri e degli specifici sensori di velocità angolari montati sul finto capo.
OMOLOGAZIONE P/J: COSA C'È DA SAPERE
Sull'omologazione P/J, ovvero quella che interessa i caschi modulari, ci sarebbe da parlarne per ore. La nuova ECE 22-06 va ora ad ufficializzare la procedura di doppia omologazione, per quelli che appunto, vengono definiti caschi apribili o modulari. La cosa viene ora uniformata a quella già esistente per alcune nazioni ove vigono regole più restrittive. Se volete saperlo, noi siamo tra queste ultime. Nel Bel Paese, la cosa è regolata dal Ministero dei Trasporti. Un casco con omologazione P/J, è tale quando sottoposto a prove cicliche. Deve restare sempre chiuso o sempre aperto rispettivamente quando viene sottoposto ai test da integrale o da jet. Chiaramente deve superare entrambi i test per essere ritenuto omologato P/J. Altro da sapere? Beh, sì, poiché la ECE 22-06 va a regolare ulteriori cose che fino ad oggi non erano considerate. Una di queste, sono i dispositivi di intercomunicazione, proposte da diverse aziende come accessorio applicabile al casco. Secondo la nuova normativa, le sporgenze esterne non sono consentite. Gli intercom accessori, potrebbero dunque essere un problema più avanti, ed è per questo che saranno sempre più integrati e piccoli, senza contare che in futuro dovranno essere montati solo da personale autorizzato.
ECE 22-05 → ECE 22-06: COSA C'È ANCORA?
Niente paura, i caschi ECE 22-05 non sono ancora da ritenersi vecchi e superati. Si possono indossare, si possono acquistare e si possono vendere. I nuovi ECE 22-06 si vanno dunque ad affiancare a quelli con precedente omologazione. I costruttori di caschi hanno infatti altri due anni per adeguare i caschi ai nuovi standard. La ECE 22-06 sarà infatti obbligatoria per i costruttori dal 2023 in poi. In ogni caso, sappiate che i caschi ECE 22-05 possono dunque essere utilizzati senza nessun problema. Da sapere, è che i caschi omologati ECE-06, per superare i nuovi test, saranno giocoforza più pesanti, nell'ordine dei 2/3 etti in più, ma la tecnologia va avanti, quindi sicuramente i costruttori di caschi riusciranno a “limare” qualcosa.