Le strade da non perdere per il primo giro della stagione
Quanto ci mancano l’aria pura, la strada, la moto? Quando arriverà il momento dovremo essere pronti, bisogna che la moto sia pimpante e splendente, e bisogna già sapere dove puntare la ruota anteriore. Non sarà un giretto banale, questo è certo. Sarà il più bel giro della nostra vita.
La meta deve essere un passo, anzi un nastro di curve e tornanti che salga al passo più bello del mondo. Già, ma quale passo? È da tanto tempo che ragiono sulla classifica dei cinque passi italiani che valgono la giornata, e allora la riporto qui. Una classifica personale di Nico Cereghini: limitata, emotiva e anche parziale. Ma un punto di partenza utile per ispirarsi o per ribaltarla, a piacere.
5. PASSO GIAU
Parto dal quinto posto e ci infilo il passo Giau, nelle Dolomiti intorno a Cortina, patrimonio dell’umanità, provincia di Belluno. Per il tracciato, la cura dell’ambiente, la qualità del fondo (parlo di pochi anni fa) e lo spettacolo delle cime di contorno, il Giau (bello alto, 2.236 metri) meriterebbe una classifica migliore, minimo un secondo posto. Ma purtroppo c’è traffico, qualcuno di noi esagera e i controlli penalizzano anche chi viene su in relax.
4-3. NON SO DECIDERE, CERRETO O MURAGLIONE?
Al quarto posto c’è una parità che non so risolvere: passo del Cerreto (RE) e passo del Muraglione (FC), due passi appenninici che si assomigliano. I reggiani come Paolo Casoli diranno che il loro passo, che è il più alto con 1.260 metri, è il meglio; i forlivesi come Loris Reggiani sosterranno il Muraglione, di soli 900 metri ma ancora più famoso. Quello che li accomuna è che sono veri santuari dei motociclisti, e che se ci andrete il sabato e la domenica non soffrirete di solitudine. Però, per goderseli davvero, l’ideale è prendere una giornata durante la settimana, se si può.
2 SUA MAESTÀ, LO STELVIO
Al secondo posto assoluto piazzo lo Stelvio. Con i suoi 2.750 metri è il passo più alto d’Italia e il secondo in Europa, l’inverno resta chiuso per la neve e non lo si può trattare come una pista perché il fondo è molto sollecitato. Ma ci sono tornato l’estate scorsa ed era molto meglio del previsto: ventuno chilometri salendo da Bormio, 36 tornanti su 1.500 metri di dislivello, una goduria sempre, anche nel traffico, anche con una moto che soffre l’altitudine. Più che un passo, è un pezzo di storia.
1 LA CISA
Ma il meglio, per me e lo sottolineo, è il passo della Cisa. Molti saranno d’accordo, altri no, è un passo appenninico come tanti, di mille metri, con il traffico locale, i radar, e il rischio di incappare negli “indigeni” che qualche volta scendono in guerra. Ma io ci sono affezionato da tanti anni, da quando non c’era l’autostrada alternativa e si faceva il “Cimento invernale” venendo su nella neve da Fornovo a Berceto. Tutte le volte che salgo alla Cisa e butto un’occhiata alla verde Lunigiana mi si apre il cuore.
E anche lo stomaco. Subito dopo mi fiondo in una trattoria che sta lì sotto, dalla Marietta, cucina meravigliosa, e poi un po’ di relax sotto i castagni. Posti così ce ne sono un po’ su tutti i passi: se vedrete più di tre moto parcheggiate, vuol dire che l’indirizzo è quello giusto.